Airbnb è vivo e lotta insieme a noi…
Airbnb nella settimana del 13 aprile 2020 ha chiuso in Italia 83.000 prenotazioni, siamo pronti?
Come sapete siamo curiosi e testardi oltre che irriducibili così siamo andati ad interrogare i big-data di Airbnb per capire cosa sta succedendo oggi in Italia e sopratutto cosa succederà a Milano nelle prossime settimane/ mesi e ne abbiamo sviluppato una infografica che trovate allegata. Nel primo grafico emerge come le settimane centrali di giugno abbiano già prodotto un (relativo) picco di domanda che trova però prezzi troppo elevati, infatti nella seconda tabella vedete come il prezzo medio delle prenotazioni reali di quel periodo sia molto più basso ( € 90) delle tariffe medie esposte dai proprietari (150/ 170). Evidentemente molti hanno lasciato invariati i prezzi pre-covid lasciando così libero mercato a quanti invece li hanno adeguati. Queste prime tre tabelle si riferiscono specificatamente al mercato di Milano:
Sempre nelle prime due tabelle è possibile vedere come ci siano altri due momenti di maggiore richiesta all’inizio di settembre ed a metà ottobre. In quest’ultimo periodo dalla seconda tabella è possibile vedere come avvenga addirittura l’opposto di quanto verificato in precedenza per Giugno: la media delle prenotazioni reali si orienta su di una fascia di tariffe più elevate (110/120) rispetto alla media ( 85/90). Questo significa probabilmente che è previsto un evento che richiama clientela con maggiore disponibilità, quindi i fortunati possessori di case di buon livello possono alzare le proprie tariffe sui (relativi) massimi del periodo.
Anche la terza tabella è riferita a Milano e rappresenta il numero effettivo di prenotazioni già arrivate sulle prossime date del calendario precisando quanto tempo prima queste prenotazioni sono arrivate, Come vedete sono molto poche quelle degli ultimi 30 giorni e zero quelle dell’ultima settimana.
Queste due tabelle affiancate si riferiscono all’Italia nel suo complesso e mostrano come negli ultimi due mesi il numero di case presenti sui portali sia addirittura cresciuto, non per nuovi ingressi di operatori quanto a causa delle cancellazioni pervenute. Nella tabella a fianco è rappresentato come il mercato Airbnb Italia pure se ridotto del 60/ 70% rispetto al 2019 è comunque “vivo” perchè ad esempio la settimana del 13 aprile le prenotazioni giunte sui portali considerati (Airbnb, Homeaway e WRBO) sono state 83.000. Va considerato che in questo numero rientrano le prenotazioni più lunghe che ormai i portali stanno promuovendo fortemente per superare la crisi della locazione breve e brevissima. Hanno coperto solo il 14% dell’offerta e probabilmente su destinazioni specifiche però sono comunque un segnale che i clienti non sono estinti ed alle loro condizioni continuano a prenotare.
Il grafico seguente fa una comparazione diretta tra la tariffa media proposta oggi sui calendari di prenotazione dei prossimi mesi con quella dell’anno passato (- 2%) ed il medesimo confronto tra gli anni viene mostrato rispetto al tasso di occupazione nella tabella più sotto (-70%). Il fatto che la tariffa sia calata così poco rispetto al crollo della domanda disegna con chiarezza come ancora troppi gestori aspettino il miracolo o siano troppo distratti per potere vendere qualcosa.
Forse è proprio questa la discriminante tra gli operatori di prima e seconda generazione ma il segnale è chiaro: se volete stare sul mercato occorre tirarsi su le maniche e metterci attenzione e professionalità o affiancarsi a chi lo faccia insieme a voi, che non significa per forza affidarsi ad una agenzia ma almeno trovare collaborazioni come ad esempio i nostri Virtual Assistant® che senza i costi dell’agenzia tradizionale vi risolvono comunque ogni problema prima, durante e dopo la prenotazione e l’arrivo dell’ospite.
Diversamente conviene considerare se non convenga proprio rinunciare alla locazione breve e tornare al mercato dell’affitto tradizionale ponendo però particolarmente attenzione alla solvibilità del locatore, perchè il rischio di insolvenza incolpevole non è mai stato così alto.
La fonte è il big data Airdna, le analisi sono mie personali.
Maurizio Beolchini
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